La regola generale per quale dominio scegliere dipende da diversi fattori ma in generale è di preferire un dominio che faccia riferimento alla corporate identity ovvero al nome dell’azienda.
Per il web marketing occorre preferire la corporate identity, poi la brand identity, infine la keyword identity.
Es. microsoft.com, apple.com, ferrari.it ecc..
Sia il brand che la keyword possono essere inserite come dominio di secondo livello.
Es. office.microsoft.com, mulinobianco.barilla.it
Una marca di successo ha le seguenti caratteristiche:
Un’azienda dovrebbe affidare il proprio dominio ad un maintainer diverso dal servizio hosting. Il maintainer dovrebbe in ogni modo dare la possibilità di accedere ad un pannello di controllo per l’indirizzamento dei DNS di quel dominio.
In caso di trasferimento del dominio a un nuovo servizio di hosting occorre solo modificare gli indirizzi nel pannello di controllo.
Occorre accertarsi che l’email dell’amministratore di dominio non sia un’email che fa riferimento al dominio stesso. Es. se il dominio è caseitaliane.it il proprietario dovrebbe utilizzare una casella di posta elettronica tipo [email protected] e non [email protected]
Esempio: aziendavincente.it e aziendavincente.com in questo caso è auspicabile che l’azienda non faccia alcuni errori di forma. Il primo è quello di utilizzare indirizzi di posta elettronica dei due domini. L’altro è quello di creare siti identici in entrambi i siti.
Un dominio dà la possibilità al proprietario di creare un grande numero di siti separati utilizzando domini di ulteriori livelli
Ad esempio:
La valutazione del dominio è portata all’esasperazione da servizi che pretendono di dare un valore monetario preciso ai domini.
I siti leapfish.com e swiftappraisal.com sono solo due esempi di chi ha creato un business dal brokeraggio dei domini. Questa attività di brokeraggio nata negli anni novanta è cresciuta durante tutto il periodo della new economy. L’imprenditore sardo Nicky Grauso nel febbraio 2000 aveva registrato e e acquisito la proprietà di mezzo milione di domini, a fronte di un investimento di 60 miliardi di lire. Poi ad aprile arrivò l’esplosione della bolla della new economy. Grauso vide la svalutazione totale del suo investimento e rinunciò a questa strana forma di speculazione.
La tecnica usata da Grauso è conosciuta come cybersquatting, la pratica di occupare i nomi dei siti, per poi rivenderli a caro prezzo a chi desidera utilizzarli.
Sex.com – $14 million (Jan 2005)
Business.com – $7.5 million (Nov 1999) *
Beer.com – $7 million (2004)
Diamond.com – $6 million (2000)
Casino.com – $ 5.5 million (Oct 2003) *
Korea.com – $5 million (Jan 2000) *
AsSeenOnTV.com – $5 million (Jan 2000)*
Shop.com – $3.5 million (Nov 2003)
wine.com – $3.3 million+ (Sep 1999, resold in 2001 at bankruptcy auction)
AltaVista.com – $3.25 million (Jul 1999) *
Visto su http://www.multireg.com/article494.html
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